CENTRO DI STUDI FILOLOGICI E LINGUISTICI SICILIANI

Bollettino n. 35 / 2024

 

 

 

AUTORE |  
TITOLO |   Bollettino n. 35
Curatore |  
collana |   Bollettino CSFLS
anno |
pagine |
ISSN |
2024
275
0577-277X
prezzo |
* disponibilità |
  € 35,00
disponibile
     

SOMMARIO

Rossella Mosti, Il suffisso -otu nelle voci dei mestieri del Vocabolario del Siciliano Medievale

Sara Ravani, «Lu Signur nostru non purtava coppula nè cappuchu»: i nomi dei copricapo nel Vocabolario del Siciliano Medievale

Ferdinando Raffaele, Scritture esposte in volgare siciliano. VIII. Le didascalie de La Madonna del Carmine, nella chiesa di Maria Santissima del Carmelo a Polizzi Generosa (PA)

Glauco Sanga, “Toccare” nel Contrasto di Cielo dal Camo

Adalberto Magnelli - Giuseppe Petrantoni, La più antica carta di Sicilia e la toponomastica araba della costa nord-occidentale (Capo Ramario, Motya, Porto del Gallo, Gibillito)

Giorgio di Maria, Alcune varianti d’autore in Giovanni Meli (Palermo, BC, ms. 4 Qq C 42 app., cfr. Fata Galanti VII 38 5-8)

Giuseppe Canzoneri - Antonio Di Silvestro, Per l’edizione critica delle poesie italiane di Domenico Tempio

Massimo Genchi, Aggiunte al VS di voci tratte dagli studi di Francesco Minà Palumbo

Giulio Scivoletto, La mediatizzazione del repertorio italiano-dialetto in una serie tv: commodificazione, stereotipi e ideologie

 

RIASSUNTI / ABSTRACT

Mosti

Rispetto alla primitiva funzione etnica, il suffisso -otu e la relativa variante allomorfica -iotu hanno dato luogo a un manipolo di nomi agentivi designanti mestieri e attività professionali attestati nella Sicilia e nella Malta medievale (abacotu, bazzariotu, cabellotu, galiotu, maniotu, pidotu, rabbiotu, siccotu). L’articolo analizza i sostantivi alla luce delle corrispondenti voci del VSM, evidenziando anche la trasformazione del suffisso che nel siciliano moderno si evolve, assumendo in quattro casi su otto (bazzariotu, galiotu, maniotu, pidotu) una connotazione peggiorativa. Alla svalutazione del suffisso concorrono sia il fatto che le attività professionali in oggetto sono umili, faticose o disprezzate, sia l’indubbio incrocio col suffisso -otto il quale già nell’epoca antica aggiunge spesso al valore diminutivo di base anche quello spregiativo.

Compared to its original ethnic function, the suffix -otu and its allomorphic variant -iotu have given rise to a handful of agentive nouns designating trades and professional activities attested in medieval Sicily and Malta (abacotu, bazzariotu, cabellotu, galiotu, maniotu, pidotu, rabbiotu, siccotu). This article analyzes these nouns in light of the corresponding entries in the VSM, also highlighting the transformation of the suffix, which in modern Sicilian evolves to take on a pejorative connotation in four out of eight cases (bazzariotu, galiotu, maniotu, pidotu). The devaluation of the suffix is influenced both by the fact that the professions in question are humble, arduous, or socially disdained, and by its undeniable crossover with the suffix -otto, which, even in ancient times, often added a derogatory nuance to its original diminutive meaning.

Ravani

Nel contributo si pubblica una selezione di voci del Vocabolario del Siciliano Medievale (VSM) afferenti al campo semantico dell’abbigliamento, limitatamente ai nomi dei vari copricapo e dei veli, specificamente femminili, documentati nel Corpus ARTESIA. La difficoltà di definizione dei lessemi in presenza di un tipo di documentazione prevalentemente patrimoniale viene in parte superata grazie al ricorso ai termini latini corrispondenti nei glossari bilingui o nei testi fonte dei volgarizzamenti. La raccolta di voci, già pubblicate on-line, è integrata da informazioni di corredo e spunti di approfondimento a margine della redazione.

The paper consists of a selection of VSM entries (Medieval Sicilian Vocabulary) regarding the semantic field of clothing and limited to the names of the various headdresses and veils, specifically female, documented in the Corpus ARTESIA. The difficulty of defining such lexemes in the presence of a predominantly patrimonial type of documentation is partly overcome thanks to the use of the corresponding Latin terms in bilingual glossaries or in the source texts of the translations. The collection of entries, already published online, is integrated with accompanying information and insights.

Raffaele

Proseguendo le ricerche sulle scritture esposte in volgare siciliano, l’articolo esamina le didascalie presenti nel dipinto raffigurante la Madonna del Carmine custodito presso la Chiesa di Maria Santissima del Carmelo di Polizzi Generosa (PA). Dopo avere preliminarmente vagliato il contenuto della pittura, si procede alla trascrizione delle scritture, al loro esame linguistico, alla messa a fuoco del loro rapporto con la figurazione del dipinto e con le fonti agiografiche. Il dipinto e i testi sono datati al 1541 – ricadono dunque in un periodo in cui nell’uso scritto si registra il passaggio dal volgare siciliano a quello toscano – e denotano una facies linguistica siciliana con elementi di tipo toscano e anche castigliano.

On the basis of previous research into inscriptions in Sicilian vernacular, this article examines the captions in Sicilian vernacular which accompany a picture dedicated to the Virgin Mary of Mount Carmel in the Church of St. Mary of Carmel in Polizzi Generosa (Palermo). After reviewing the content of the painting, the article moves on to the transcription of the writings and the linguistic analysis of the captions; it then focuses on the relationship between the written text, image, and hagiographic sources. The captions date back to 1541 – a period when the transition from the Sicilian to the Tuscan vernacular occurred – and denote a Sicilian linguistic facies with Tuscan and Castilian elements.

Sanga

Nel Contrasto di Cielo dal Camo il verbo toccare appare con tre significati diversi: col significato corrente di ‘mettere a contatto’ (v. 50); col significato di ‘colpire, uccidere’ proprio della lingua franca (non mi tocara padreto, v. 23), che ne rappresenta la più antica attestazione; e col significato di toccamano, cioè di ‘promessa di matrimonio’ (tocareme non poteri a la mano, v. 30); quest’ultimo verso offre anche un’attestazione molto antica dell’oggetto preposizionale (toccare alla mano ‘toccare la mano’).

In Cielo dal Camo’s Contrasto, the verb toccare (‘to touch’) appears with three different meanings. First, it shows the current meaning of ‘to put in contact’ (line 50). Second, it has the meaning ‘to strike, to kill’ (non mi tocara padreto, line 23). This meaning is typical of the Lingua Franca, and it represents maybe the oldest attestation of this language. Third, it shows the meaning of toccamano ‘promise of marriage’ (tocareme non poteri a la mano, line 30). This last occurrence also offers a very early attestation of prepositional object (toccare alla mano ‘to touch the hand’).

Magnelli - Petrantoni

La rilettura di alcuni passi del codice di Oxford contenente il Kitāb ġarā’ib alfunūn wa-mulaḥ al-‘uyūn “Il libro delle curiosità delle arti e delle meraviglie per gli occhi” permette forse di identificare alcuni toponimi dubbi presenti nella più antica mappa rettangolare con scala grafica della Sicilia. Il manoscritto potrebbe essere datato, secondo gli studiosi, tra il 1020 e il 1050 d.C.

Thanks to a new reading of the codex Kitāb Ġarā’ib al-funūn wa-mulaḥ al-‘uyūn ‘Book of Curiosities of the Sciences and Marvels for the Eyes’ we may identify some doubtful place names that are present in the earliest recorded rectangular world map of Sicily considered as the earliest surviving map with a graphic scale map of Sicily. Scholars have been able to authenticate the manuscript’s composition between 1020 and 1050 AD.

Di Maria

Si prendono in esame quattro versi aggiunti di suo pugno da Giovanni Meli (1740-1815), medico, professore di Chimica e celebre poeta vernacolare siciliano, su un foglietto che accompagna il secondo dei suoi Ricettari medici. Risulta trattarsi di uno studio preliminare al rifacimento di Fata galanti VII 38 5-8 il quale, non collimando col testo definitivo che sarà  pubblicato nel 1814, permette di conoscere per una volta una fase intermedia delle riflessioni che il Poeta conduceva, e di indagare meglio quelli che poterono essere alcuni dei principali obiettivi che perseguiva in sede di revisione di quel  poema.

We examine four verses added by Giovanni Meli (1740-1815), a doctor, professor of Chemistry and famous Sicilian vernacular poet, on a sheet of paper accompanying the second of his medical Prescription books. It appears to be a  preliminary reflection on the revision of Fata galanti VII 38 5-8. Insofar as it does not coincide with the definitive text,  which will be published in 1814, it allows us to know for once an intermediate phase of the reflections that the Poet was  conducting, and to better investigate what could have been some of the main objectives that he pursued in the revision  of that poem.

Canzoneri - Di Silvestro

Lo studio propone un’edizione critica delle opere poetiche in lingua italiana di Domenico Tempio (pervenuta attraverso gli autografi o attraverso la tradizione a stampa), con un’ipotesi di ordinamento secondo generi e tipologie metriche,  nell’impossibilità di stabilire precisi riferimenti cronologici per la quasi totalità dei testi. I componimenti presentati  assumono come testo critico l’ultima lezione attestata dagli autografi e sono corredati da un’introduzione che descrive i  testimoni, discute le varianti d’autore e colloca i testi all’interno di adeguate coordinate letterarie e linguistiche. Le note  forniscono riferimenti alle lezioni variate, evidenziano le interferenze e le contaminazioni linguistiche con il sostrato  dialettale e rinviano alle fonti letterarie, chiarendo, infine, gli eventuali riferimenti a fatti e personaggi dell’epoca.

This study proposes a critical edition of Domenico Tempio’s poetic works in Italian (which have come down to us through autographs or through printed tradition), with a hypothesis of ordering them according to genres and metrical types, in the impossibility of establishing detailed chronological references for almost all the texts. The compositions presented  take the last lesson attested by the auto-graphs as the critical text and are accompanied by an introduction that  describes the witnesses, discusses the author’s variants and places the texts within appropriate literary and linguistic  coordinates. The notes provide references to the variant lessons, highlight the linguistic interferences and contaminations with the dialectal substratum and refer to the literary sources, finally clarifying any references to facts and personalities of the period.

Genchi

Il contributo presenta una selezione di circa trecentocinquanta voci siciliane, non attestate nel VS, tratte da circa milletrecento pubblicazioni scientifiche, essenzialmente di carattere agrario, entomologico, zoologico, botanico e  paremiologico di uno dei maggiori naturalisti siciliani dell’Ottocento, il medico Francesco Minà Palumbo  (Castelbuono,1814-1899). I lessemi scelti sono trascritti seguendo l’ortografia del Lessico del dialetto di Castelbuono curato da M. Genchi e G. Cannizzaro, anziché quella adottata da Minà Palumbo, basata sui vocabolari siciliani  dell’Ottocento. Sono stati selezionati lessemi assenti nel VS o, se presenti, attestati con diverso significato (emblematico il  caso dei fitonimi e degli zoonimi); infine, sono registrate polirematiche e locuzioni assenti nel VS.

This contribution presents a selection of approximately three hundred and fifty Sicilian entries not attested in the VS,  drawn from about 1,300 scientific publications, primarily focused on agricultural, entomological, zoological, botanical, and paremiological topics by one of the major Sicilian naturalists of the nineteenth century, Dr. Francesco Minà Palumbo  (Castelbuono, 1814-1899). The chosen lexemes are transcribed following the orthography of the Lessico del dialetto di  Castelbuono edited by M. Genchi and G. Cannizzaro, rather than the one used by Minà Palumbo, based on nineteenth- century Sicilian dictionaries. Lexemes have been selected that are absent in the VS or, if present, attested with different  meaning (the case of phytonyms and zoonyms is emblematic); finally, polyrhymes and locutions absent in the VS are also  recorded; finally, polyrhymes and locutions absent in the VS are recorded.

Scivoletto

Questo articolo esamina la mediatizzazione delle varietà diatopiche del repertorio italoromanzo, in particolare italiano regionale e dialetto siciliano, nella seconda stagione di The White Lotus (HBO), una serie tv che sfrutta queste varietà per  costruire una rappresentazione stereotipata dell’Italia e della Sicilia. La realtà linguistica viene cioè commodificata come  valore aggiunto del prodotto culturale. Attraverso il concetto di mediatizzazione, intesa come legame riflessivo tra l’uso  linguistico e la sua commodificazione, lo studio illustra come gli stereotipi metapragmatici vengono prima sfruttati nella  serie tv, e poi ricontestualizzati, ovvero riusati e rivalutati, in ulteriori pratiche discorsive e con diversi valori ideologici. Lo  studio prova dunque a comprendere come gli stereotipi metapragmatici configurino questo circuito di mediatizzazione e  come essi ricadano, in termini di ideologie e atteggiamenti linguistici, sul repertorio della comunità rappresentata.

This article examines the mediatization of local varieties of the Italo-Romance repertoire, i.e. Regional Italian and Sicilian, in the second season of The White Lotus (HBO). The tv-series exploits these linguistic varieties to construct a  stereotypical representation of Italy and Sicily, commodifying language use as added value for the cultural product.  Through the concept of mediatization – a reflexive link between linguistic practices and processes of commodification –  the study illustrates how metapragmatic stereotypes are first commodified by the series and then recontextualized (i.e.  re-used and re-evaluated) in further discursive spaces with different ideological values. The study thus seeks to  understand how metapragmatic stereotypes configure this mediatization circuit, and how they affect the repertoire of  the represented speech community in terms of language attitudes and ideologies. 

 

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