ARCHIVIO SICILIANO DI SCRITTURE POPOLARI
Consiglio scientifico: Giuseppe Paternostro (Direttore), Luisa Amenta, Elvira Assenza, Rosaria Sardo, Vito Lo Scrudato, Santo Lombino, Rosario Perricone, Giuseppe Oddo, Francesco Cannatella, Mario Sarica, Claudio Staiti, Ignazio Buttitta, Grazia Messina
Sebbene la dialettofonia esclusiva, nel lasso di tempo compreso tra la seconda metà del 1800 e i giorni nostri, sia lentamente ma progressivamente diminuita, almeno stando alle statistiche, le scritture di coloro che hanno un basso o nullo livello di scolarizzazione hanno ancora molto da dirci dal punto di vista della storia ma anche dell’analisi linguistica, in quanto fanno emergere un cospicuo numero di tratti che risultano interessanti sia dal punto di vista delle varietà di apprendimento dell’italiano come L2 sia come linee di tendenze del sistema linguistico italiano in quanto tale.
In questa prospettiva il Centro ha avviato una raccolta sistematica di testi appartenenti a quella varietà di italiano nota in letteratura con l’etichetta di ‘italiano popolare’ (o ‘dei semicolti’). Saranno raccolti e opportunamente archiviati testi di varia tipologia e genere e in particolare: diari, storie di vita, lettere, descrizioni ambientali e di tradizioni locali, cartoline scritte, ricettari e qualsiasi altro testo scritto e dattiloscritto che abbia quale caratteristica precipua quella di essere redatto da autori aventi basso livello di scolarizzazione. I testi raccolti potranno essere editi o inediti, in originale o, nel caso in cui gli autori (o più spesso i loro familiari) non vogliano privarsi del documento, anche in fotocopia o copia digitale. L’Archivio sarà costituito da una sezione fisica e una digitale, gestita tramite un portale collegato al sito del Centro.
Sarà anche istituito un premio da attribuire annualmente a uno dei testi pervenuti, destinato alla pubblicazione in una collana appositamente creata, il cui primo numero è di imminente pubblicazione (il Diario di Carmelina Drago, di Galati Mamertino, a cura di Luisa Amenta e Marina Castiglione).
L’idea di dotare la Sicilia di un Archivio sul modello di quello di Pieve si pone in continuità con l’impronta progressiva rappresentata dalla più che ventennale esperienza dell’Atlante linguistico della Sicilia (ALS). Fondato da Giovanni Ruffino, l’ALS ha rinnovato strumenti e metodi della geografia linguistica e della dialettologia, aprendo allo studio delle dinamiche del contatto fra dialetto e lingua nazionale, integrando i modelli della dialettologia e geolinguistica italiana e romanza con quelli della linguistica variazionale europea (tedesca in particolare) e anglosassone. Un atlante linguistico (e l’ALS su questo punto non fa eccezione) lavora principalmente, anzi quasi esclusivamente, con materiali orali. Quelli siciliani (più di tremila testi, di durata varia, rappresentativi sul pianto diatopico e diastratico) si trovano ora raccolti nell’Archivio delle parlate siciliane (Matranga 2011). L’istituzione di un archivio di scritture popolari costituisce, dunque, una sorta di completamento diamesico dell’Atlante. In questo senso, il modello teorico geolinguistico dell’ALS interagisce con quello demauriano della storia linguistica, che assegna alle classi subalterne (anche meridionali e siciliane) un ruolo attivo nel processo di diffusione della lingua nazionale.
L’integrazione dell’Archivio di scritture con quello delle parlate siciliane consente di ristabilire un circolo virtuoso fra definizione dei concetti teorici, raccolta non ingenua di dati empirici e loro interpretazione. In tal modo, il parlante/scrivente può emergere nella sua essenza più profonda, quella cioè di proprietario delle sue lingue e delle conoscenze culturali ad esse connessi, ma anche nella sua capacità e volontà di raccontarsi e rappresentarsi, di costruire immagini (spesso diverse) di sé, delle sue esperienze, delle sue pratiche sociali e dei gruppi e degli spazi con i quali si rapporta o si è rapportato nel corso della sua esistenza.
I testi raccolti (ne sono già pervenuti diversi) saranno in primo luogo catalogati secondo il seguente schema di massima, che potrà ovviamente essere modificato in corso d’opera sulla scorta degli spunti che saranno offerti dalla visione dei materiali che via via stanno affluendo:
(a) Nome – Sesso – data di nascita – luogo di nascita – professione (al tempo della scrittura e al tempo degli eventi) – livello di scolarizzazione.
(b) eventuale titolo del testo – consistenza (numero di fogli o pagine) – tipo testuale – genere testuale – formato di scrittura (a mano, dattiloscritto, digitale) – provenienza geografica del testo – luoghi a cui il testo si riferisce – argomenti trattati.
È, inoltre, prevista anche una raccolta di testi editi e tesi di laurea, nell’intento di dotare la Biblioteca del Centro di una sezione ‘italiano popolare’ che costituisca un punto di riferimento per gli studiosi.
In ultimo, non è superfluo sottolineare che per la raccolta dei testi sarà fondamentale, oltre a quella dei soci del Centro, anche la collaborazione degli Istituti Scolastici dell’Isola, oltre che degli studenti dei corsi di laurea in discipline umanistiche degli Atenei siciliani e di chiunque voglia offrire il proprio contributo al progetto.
APPELLO PER LA COSTITUZIONE DI UN
ARCHIVIO SICILIANO DI SCRITTURE POPOLARI
Il Centro di studi filologici e linguistici siciliani, d’intesa con i Dipartimenti di Scienze Umanistiche delle Università di Palermo, Catania e Messina, e con l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, ha istituito un grande Archivio siciliano di scritture popolari. Saranno raccolti e opportunamente archiviati testi di varia tipologia e di epoca diversa:
Diari, storie di vita, lettere, descrizioni ambientali e di tradizioni locali, cartoline, ricettari e qualsiasi altro testo prodotto in una varietà di lingua intermedia tra dialetto e italiano (italiano popolare).
Si tratta in ogni caso di documenti preziosi per lo studio della lingua e del rapporto tra lingua e dialetto e, più in generale, per una riflessione sui molteplici aspetti della vita delle nostre comunità. Tali documenti, se non opportunamente custoditi, valorizzati e studiati, rischiano di essere prima o poi smarriti o distrutti.
Quanti intendono accogliere il nostro appello e depositare testi in originale o in copia assieme al corredo di informazioni che verranno richieste, dovranno preavvertire il Centro di studi filologici e linguistici siciliani, di cui forniamo i recapiti:
Posta Centro di studi filologici e linguistici siciliani c/o il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo, viale delle Scienze – edificio 12, 90128 Palermo Mail csfls@unipa.it Tel. 091.23899213-223
Sarà quanto prima creato un apposito portale, di cui si darà notizia a quanti avranno contribuito all’incremento dell’Archivio.
Il Centro di studi filologici e linguistici siciliani intende anche istituire un premio da attribuire annualmente a uno dei testi pervenuti, destinato alla stampa nella collana “Archivio siciliano di scritture popolari”.
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